venerdì 30 maggio 2008

Giacomo Casanova



Nacque a Venezia il 2 aprile 1725, quasi certamente frutto della relazione extraconiugale della madre, un’attrice, con il nobile Michele Grimani. Giacomo Casanova fu avviato alla carriera ecclesiastica e nel 1743 prese gli ordini minori ma fu poi cacciato dal seminario; si laureò in Legge e iniziò una vita girovaga, toccando mete in tutta Europa, vivendo di espedienti e cambiando spesso nome (Conte di Farussi, Cavaliere di Seingault, Antonio Pratolini) per sottrarsi alle conseguenza dei suoi atti, molto spesso al limite della legalità.

Fu cabalista, informatore dell’Inquisizione, mago e guaritore, giocatore professionista e abile baro, diplomatico, uomo di teatro e di corte presso Federico il Grande e Caterina II di Russia; seppe, nelle alterne fortune della sua vita, adeguarsi a vivere nel lusso e nell’indigenza, con ladri imbroglioni e prostitute, ma anche con aristocratici e uomini di corte e di cultura.

Fu arcade col nome di Eupolemo Pantaxeno, aderì alla Massoneria; a Venezia fu accusato di ateismo e libertinismo, motivi per cui fu arrestato e senza processo rinchiuso nei Piombi, da cui riuscì a evadere in modo rocambolesco.

Nel 1760 fu a Zurigo dove si monacò ma poi ebbe un ripensamento.

Negli anni successivi visitò Voltaire in Svizzera; venne espulso dalla Polonia a seguito del duello con la pistola contro il generale Braniski, evento che aumentò l’internazionalità della sua fama al negativo.

Per chiedere la grazia di tornare a Venezia scrisse una confutazione della Storia del governo di Venezia di Amelot de la Houssaye e nel 1774 ottenne di tornare nella sua città, ma ne fu poi nuovamente espulso per la sua condotta immorale.

In età ormai avanzata trovò impiego in Boemia presso il castello di Dux come bibliotecario del conte di Waldestein; qui negli ultimi 7 anni della sua vita scrisse l’Histoire de ma vie (Storia della mia vita).

L’opera fu pubblicata in edizione ridotta nel 1825 in Germania; soltanto nel 1965 è stata tradotta in italiano, dopo 3 anni dalla pubblicazione dell’edizione critica del testo e quattrocento edizioni in venti lingue.

Il testo esalta la figura di Casanova come uomo spregiudicato privo dei consueti schemi morali, emblema dell’edonismo erotico e convalida l’immagine di Casanova come precursore del fenomeno rivoluzionario ottocentesco.

Oltre all’autobiografia Casanova scrisse versi, tradusse in ottave una parte dell’Iliade; in prosa ha scritto anche l’Icosameron (romanzo utopico, 1788) e l’Histoire del ma fuite (Storia della mia fuga, 1788) che racconta l’evasione dai Piombi di Venezia.

Morì in Boemia il 4 giugno del 1798.

Così Giacomo Casanova sui misteri della Massoneria:

« Il mistero della massoneria, di fatto, è per sua natura inviolabile. Il massone lo conosce solo per intuizione, non per averlo appreso, in quanto lo scopre a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e dedurre. Quando lo ha appreso, si guarda bene dal far parte della sua scoperta a chicchessia, fosse pure il suo miglior amico massone, perché se costui non è stato capace di penetrare da solo il segreto, non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri. Il segreto rimarrà dunque sempre tale. Ciò che avviene nella loggia deve rimaner segreto, ma chi è così indiscreto e poco scrupoloso da rivelarlo non rivela l'essenziale. Del resto, come potrebbe farlo se non lo conosce? Se poi lo conoscesse, non lo rivelerebbe. »
(Storia della mia vita)