giovedì 5 giugno 2008

Movimento Rosacruciano e Massoneria



I legami del mondo esoterico misteriosofico favorevole alla Riforma sono proiettati in campo politico su due fronti: quello britannico e quello Palatino. Elisabetta, figlia di Giacomo I d'Inghilterra, sposa Federico V, elettore Palatino dell'Impero Asburgico, nel 1613. Il matrimonio è celebrato con una complessa e segreta simbologia nelle Nozze Alchemiche di Christian Rosenkreutz, attribuito a J. V. Andreae. Il Christian Rosenkreutz tedesco come speculare al Cavaliere della Rosa Rossa del The Fairie Queen di Edmund Spenser. Il primo, esattamente come lo sposo Palatino, veste le insegne del Toson D'Oro germanico e quelle dell'Ordine della Giarrettiera britannico. Speranze antiasburgiche e antipapali riposte dai circoli esoterici, kabbalistici e misterici nell'aiuto della Gran Bretagna alla causa Palatina. Subito prima del matrimonio J. V. Andreae ha pubblicato la Fama Fraternitas e subito dopo sono apparsi dei manifesti Rosacrociani che riprendono idee ed inviti ai fratelli rosacrociani invisibili della Fama.

Traiano Boccalini da Venezia, nei Ragguagli dal Parnaso (1612-13), esprime le medesime convinzioni. Un capitolo di quel libro ("Sulla riforma generale dell'Universo") è inserito nelle prime edizioni della Fama Fraternitas di J. V. Andreae. 

Esiste una connessione tra circoli britannici, veneziani e praghesi all'insegna della saldatura tra alchimia, filosofia, kabbalah ed ermetismo: John Dee, Robert Fludd, Guglielmo Postel, Triaiano Boccalini e Michael Maier. Prodromi dell'Illuminismo Filosofico settecentesco nelle opinioni dei Rosacroce.
Michael Maier affera esistere nel 1622 a l'Aja una società di alchimisti che si facevano chiamare Rosa-Croce. Friedrich Nicoali (1783) riprende la notizia dicendo che tale società aveva ramificazioni internazionali ad Amsterdam, Norimberga, Amburgo, Danzica, Erfurt, Mantova e Venezia: i membri vestivano cordone bleu con croce d'oro sormontata da una rosa. Statuti e organizzazione sarebbero in libri, redatti da massoni, non facilmente reperibili.

E' da sottolineare comunque che alcuni autori ritengono pressoché inutili le ricerche sulle formazioni storiche autodefinitesi Rosacrociane. Il termine Rosa Croce sarebbe riferito precisamente ad un particolare grado e dignità iniziatica, la cui trasmissione non è di per sé collegata ad una struttura stabile. L'invisibilità di cui parlano i manifesti Rosacrociani di Andreae sarebbe quindi riferita alla principale caratteristica degli iniziati Rosacrociani, che mai manifestano tale status e per di più non fanno riferimento ad una società od Ordine.

Il Frosini afferma la Massoneria esistere a Venezia dal 1535 sino al 1686, data in cui fu interdetta, senza citare le fonti. E' possibile una continuità storica con il passato e la successiva Massoneria speculativa dell'Illuminismo. Ultimo anello della catena potrebbe essere costituito dalla setta ereticale di Fausto Socino.

Per la Massoneria ufficiale non è dato sapere se essa sia stata introdotta a Venezia dopo la visita del Gran Maestro della Loggia di Londra, sir Thomas Howard, nel 1729, o se sia stata ufficializzata sotto nuova forma, utilizzando una precedente attività latomistica camuffata. A questo proposito il Sagredo fornisce notizia della scoperta di una conventicola di Liberi Muratori in una casa  della Madonna dell'Orto: missionari francesi avrebbero fondato tale società.

La nascita della Massoneria veneziana moderna avviene all'epoca di Casanova e Goldoni. Venezia torna comunque indirettamente alla ribalta ad  opera di J. E. Marconis de Négre, figlio di un ufficiale dell'armata francese in Egitto, che istituisce la Società dei Saggi della Luce. Sostiene la conversione del prete egiziano Ormuz da parte di San Marco e la linea di trasmissione iniziatica dagli Esseni sino ai Cavalieri Gerosolimitani in Svezia e Scozia. Qui sorge la moderna Società dei Saggi della Luce, che reca nel suo sigillo il familiare leone di San Marco con il Vangelo aperto. A Venezia, con Cagliostro, nasce anche il filone Egiziano.