giovedì 29 maggio 2008

Hugo Pratt, o dell'iniziato ironico



Hugo Pratt, il creatore di Corto Maltese, non appartiene solo al novero già ristretto dei disegnatori a fumetti creativi e capaci di elevare il proprio segno grafico e la propria vena narrativa a vertici estetici impensabili per la gran massa dei mestieranti. Pratt incarna invece l’ideale dell’artista, cioè di quell’artigiano artista tanto rispettato e quasi celebrato dagli Enciclopedisti francesi. I Diderot e i D’Alembert, infatti, ammiravano profondamente quegli artigiani, figli di una cultura che coltivava scienza e arte con il medesimo interesse, che univano alle proprie capacità manuali e tecniche il guizzo, l’intuizione metafisica propri dell’arte autentica.

Questo ideale legame con l’artista del Settecento, figura assai legata alle tradizioni iniziatiche del Compagnonaggio e della Massoneria, si realizza compiutamente in Hugo Pratt grazie a un percorso di ricerca che all’arte associa una propria peculiare visione dell’esoterismo: visione strettamente intrecciata alla sua poetica -anzi, perdendo di vista la quale la sua poetica diviene solo parzialmente intelligibile.

Corto Maltese, il personaggio più noto e più importante di Hugo Pratt, è un cercatore, un uomo in perenne inseguimento di un miraggio di ricchezza, ma sulle tracce di leggende antiche e pergamene indecifrabili: se la ricchezza materiale di Corto solo di rado viene incrementata dal rinvenimento degli oggetti mitici ricercati, egli nondimeno mai perde la propria imperturbabilità, in generale pago, a quanto sembra, degli straordinari incontri e delle straordinarie avventure vissute sulla superficie di tutte le terre conosciute. Non a caso Pratt protesta vigorosamente, in un’intervista con Dominique Pettifaux, all’osservazione che i tesori cercati da Corto Maltese sono pur sempre tesori materiali: diverso è in effetti cercare uno smeraldo qualsiasi e diverso cercare la «clavicola di Salomone».

Corto Maltese si trova ad avere a che fare anche con la Massoneria. In Favola di Venezia Corto irrompe, non proprio casualmente, in una loggia massonica in piena riunione e suscita con le proprie parole il dubbio del Maestro Venerabile che egli stesso possa essere a sua volta un massone, poiché gli si rivolge con alcune parole contenute nel Rituale. Ma alle parole «Siete anche voi un libero muratore?» Corto risponde spiritosamente che si accontenterebbe di essere un libero marinaio.
In queste semplici e ironiche parole c’è molto del Pratt iniziato: egli fece il proprio ingresso in Massoneria poco prima della stesura di Favola di Venezia -opera per cui chiese e ottenne la consulenza di altri massoni; tanto che la Prefazione alla prima edizione del fumetto fu scritta dal Maestro Venerabile della Loggia veneziana alla quale Pratt fu iniziato e alla quale rimase a lungo affiliato (Pratt è stato iniziato il 19 novembre 1976 nella loggia Hermes all’Oriente di Venezia della Gran Loggia d’Italia di Palazzo Vitelleschi).
Pratt condivide in gran parte gli ideali esoterici massonici, anche se formula (nel fumetto in questione come in una successiva intervista) un’interessante critica all’Istituzione: il massone manca d’ironia, ed è quindi un personaggio per definizione triste. Nella visione di Pratt, lo «scavare oscure e profonde prigioni al vizio ed edificare templi alla virtù» (questa la formula esplicitamente ricordata nella Favola) è un’attività che può essere incessantemente portata avanti con il sorriso sulle labbra, senza divenire per questo meno impegnata.
L’ironia, peraltro, diviene anche uno strumento poetico per introdurre nel racconto allusioni al mondo esoterico che, se altrimenti presentate, potrebbero appesantire le storie o comunque renderle troppo pretenziose.

Spesso nelle storie di Corto Maltese compaiono riferimenti a tale mondo, introdotti in genere all’apparire di nomi di personaggi clonati da nomi assai noti nella storia dello spirito umano. Così, per esempio, nell’Angelo della finestra d’oriente, il saggio Melchisedec ha ricevuto notizie di Corto Maltese da un sudamericano di nome Steiner e parla del diario di un gesuita di nome Salinas de Loyola. Altrove prendono direttamente parte all’azione personaggi delle religioni e delle leggende più diverse: al Sogno di un mattino di mezzo inverno (il cui nome è già una citazione ironica), partecipano Oberon (che però da shakespeariano Re delle fate si tramuta in fata), Puck (che invece rimane in qualche modo l’esecutore degli ordini di Oberon), Merlino e, nei panni di una spia tedesca, la reincarnazione di Rowena, mentre si allude a Lorelei in ...e di altri Romei e di altre Giuliette il motore dell’azione è rappresentato da uno stregone (africano) di nome Shamaël.

Si direbbe che Hugo Pratt, attraverso Corto, abbia fatto proprio il detto terenziano «homo sum, nihil humani a me alieno puto». Ogni cultura esprime la propria tradizione con pari dignità. La Massoneria e la Macumba, ha affermato Hugo Pratt, del resto, per quanto nascano da tradizioni in apparenza assolutamente inconciliabili, sorgono dalla comune esigenza dell’uomo di avvicinarsi al mondo spirituale. La vocazione esoterica di Pratt (che attraverso il fumetto ha comunque scelto sicuramente uno dei mezzi di espressione più tipicamente caratterizzati dall’understandment) è profondamente sentita e alimentata da una forte tradizione familiare (il nonno e il padre del creatore di Corto Maltese erano infatti ambedue massoni). È una vocazione che lo ha condotto, quasi seguendo in una certa misura l’esempio del suo personaggio preferito, a cercare tracce lasciate dai grandi iniziati in giro per il mondo (per esempio visitando le loro tombe); sempre, insomma, nella realizzazione di quell’ideale di ricerca che -come Lessing insegnava- è preferibile allo stesso possesso della Verità.