sabato 31 maggio 2008

La Scuola dei Tajapiera



Quella dei Tajapiera fu tra le più antiche Scuole d'arte veneziane. La Mariegola, cioè l'atto costitutivo, risale al 1307.
La Scuola, riunitasi sotto la protezione dei Quattro Santi Coronati, fu ospitata inizialmente presso l'ospedale di San Giovanni Evangelista, dove, in una stanza al pian terreno, messa a disposizione dal Priore, avvenivano le adunanze del Capitolo, cioè del Consiglio dell'associazione, presiedute dal Gastaldo.

Come le altre Scuole Minori, anche quella dei Tajapiera, aveva compiti di mutua assistenza e di controllo sulla qualità del lavoro.
I tajapiera iscritti all'arte erano in varie maniere tutelati. Pare, ad esempio, che quando uno dei Bon morì cadendo dall'impalcatura a S. Giovanni e Paolo, la vedova il giorno dopo già ricevesse la pensione per allevare il figlio e per poterlo poi inserire nella bottega dei Dalle Masegne.

L'arte si divideva in quattro gradi: garzoni, lavoranti, maestri, padroni di officina; questi ultimi erano detti anche paroni de corte, perché le pietre e i lavori più grossi si facevano nei cortili, all'aria aperta.
La prova per diventare maestri consisteva nello scolpire una base attica di colonna, che, una volta disegnata ed eseguita, direttamente senza sagoma, veniva misurata con un modulo di rame.
Nel 1515 la Confraternita si trasferì presso la Chiesa di Sant'Apollinare (Sant'Aponal), dove, grazie all'interessamento di Pietro Lombardo, acquistò un fondo dalla parte del campanile per costruirvi la propria sede: tale costruzione, in calle del campanile, presenta ancora oggi nella parte alta della facciata un bassorilievo con i Quattro Santi Coronati e la scritta MDCLII SCOLA DI TAGIAPIERA.

Di notte per Sant'Aponal si passava solo se si era tagiapiera e scultori e c'era un servizio di ronda per la sorveglianza. Soltanto nel 1723, o nel 1727 secondo il Sagredo, gli scultori si divisero dagli scalpellini.

La sede della Scuola a Sant'Aponal era abbellita da vari dipinti, alcuni dei quali ora conservati presso le Gallerie dell'Accademia: la tavola, che si trovava sull'altare, con i Santi Coronati, di Vincenzo Catena, ed il Polittico di Sant'Ambrogio, di Bartolomeo Vivarini. Vi era inoltre un altare marmoreo con scolpiti, ai due lati, gli strumenti del mestiere.
L'altare si trova ora in custodia presso la Chiesa di San Silvestro nell'ambiente, al primo piano, già sede della Scuola dei Mercanti da vin.

[Silvia Gramigna]